#26 Ci vuole un villaggio I "Come nascono i bambini?"
Un libro ci spiega come affrontare le domande sulla sessualità di bambine e bambini e perché l'educazione sessuo-affettiva è così importante
Ciao!
Io sono Silvia De Bernardin e questa è “Ci vuole un villaggio”, la newsletter che racconta il cantiere del nuovo villaggio, quello che ancora oggi serve per crescere bambine e bambini. Se questo numero ti è stato inoltrato, puoi iscriverti per riceverla direttamente nella tua casella email ogni due settimane dal bottone qui sotto:
Lo so che la risposta all’interrogativo che dà il titolo a questo numero della newsletter tu la conosci bene. Ma qui il punto è un altro: se a porti quella domanda è tua figlia o tuo figlio, sai come e cosa rispondere? Vista così, la situazione cambia, vero?
Negli ultimi giorni ho avuto occasione di riflettere sul tema della sessualità spiegata a bambine e bambini grazie a un bel libro, che esce alla fine di questa settimana e che ho potuto vedere in anteprima. Si intitola “I bambini non nascono sotto i cavoli” - che a ben vedere è già una parte della risposta alla domanda di partenza! Lo hanno scritto la psicologa Giulia Marchesi e la doula Francesca Palazzetti, entrambe esperte di educazione sessuale e ideatrici di @webinarperdirlo, progetto di divulgazione che propone corsi per genitori ed educatori proprio sull’educazione sessuo-affettiva.
Avevo avuto modo di chiacchierare con loro qualche tempo fa in una diretta su Instagram organizzata in occasione del 25 novembre sul tema dell’educazione al consenso come strumento per prevenire e contrastare la violenza di genere (se vuoi recuperarla, la trovi qui). Per la pubblicazione di questo libro abbiamo fatto una lunga chiacchierata, che uscirà nei prossimi giorni sul numero di marzo del magazine di Giovani Genitori (lo troverai in versione digitale a questo link) e torneremo a parlarne presto anche in una diretta social. Qui, però, voglio anticipare alcuni concetti chiave che mi pare possano costituire la base per qualsiasi discorso sull’educazione sessuo-affettiva di bambine e bambini. Partiamo!
Che cos’è l’educazione sessuo-affettiva
Innanzitutto, le definizioni. Il libro di Marchesi e Palazzetti mi ha fatto riflettere sul punto di partenza di tutto il discorso. Se parliamo di educazione sessuale, siamo portati immediatamente a pensare a temi quali i rapporti sessuali e la contraccezione: ecco perché può metterci in difficoltà immaginare di parlarne con i bambini e le bambine, specie quando sono piccoli. In realtà, l’educazione sessuo-affettiva comprende molti altri aspetti, che ruotano intorno al corpo e hanno a che fare, per esempio, con il consenso, la privacy, la salute.
E, proprio perché con il corpo tutte e tutti ci confrontiamo fin dalla nascita, da subito abbiamo spunti per gettare le basi di un dialogo con bambine e bambini che, a un certo punto, toccherà anche rapporti sessuali e contraccezione, ma non solo.
Niente “discorso”
Questo è un altro punto fondamentale: se educazione sessuale non significa solamente rispondere alla fatidica domanda “Come nascono i bambini?”, possiamo liberarci dall’ansia del famoso “discorso”, da fare una volta per tutte pensando di aver così smarcato la questione.
Piuttosto - insistono Marchesi e Palazzetti nel libro - si tratta di un dialogo sempre aperto, che si costruisce nel corso del tempo, un tassello dopo l’altro, e si sviluppa gradualmente man mano che i bambini crescono, con livelli di approfondimento diversi e la possibilità di tornare sugli stessi argomenti più volte.
Prima se ne parla, meno imbarazzo si prova
Abituarsi da subito a parlare con i bambini di come sono fatti i nostri corpi, di come funzionano, delle diversità che li caratterizzano, mette le basi per togliere dal tavolo ogni eventuale imbarazzo, nostro e loro.
Un consiglio molto semplice dalle esperte: nominare i genitali con il loro nome corretto fin dall’inizio. Bambine e bambini - e noi con loro - si abitueranno a un tono del discorso che sarà naturale per tutti quando, nel corso del tempo, dovremo magari parlare di ciclo mestruale o di rapporti sessuali.
Rispondere sempre alle domande dei bambini
In fondo, questo è un nostro compito: per quanto le domande di bambini e bambine possano essere stravaganti o molto semplici, e per questo spesso più complicate, e arrivare nelle situazioni più impensate, una risposta a loro la dobbiamo. Magari non subito: se non ci sentiamo pronti, prendiamoci il tempo che serve per capire come e cosa rispondere, è il suggerimento.
Anzi, proprio le loro curiosità, ciò che sanno o immaginano sono un buono punto dal quale partire per affrontare qualsiasi discorso. I libri e gli albi illustrati possono aiutare (la bibliografia suggerita dal volume di Marchesi e Palazzetti è molto ricca): l’importante - è il consiglio - è non delegare tutto a loro, ma usarli come uno strumento e con spirito critico lì dove dovessero contenere stereotipi o inesattezze.
Ogni storia ha valore
Nel libro Marchesi e Palazzetti discutono anche di adozione, PMA e GPA. Ho chiesto loro come parlare con i bambini e le bambine anche di questi temi. Ho trovato la loro risposta molto bella:
“Come di qualsiasi altra nascita, in maniera onesta e sincera. Al di là di come un bambino è stato concepito, ognuno porta con sé una storia, che ha della favola per i suoi elementi di attesa e di ricerca. A volte questi vissuti vengono visti come un tabù, ma ci si dimentica che dietro ogni nascita c’è un mondo bello da raccontare che, semplicemente, ha preso delle strade alternative a quella che conosciamo di più”.
Un esercizio utile a familiarizzare sin da piccoli con l’idea che ciascuno di noi ha la propria storia, che tutte hanno valore, che non ci sono - nella nascita come in ciò che accade poi - vissuti di serie A e vissuti di serie B.
E la scuola?
Di questo con Marchesi e Palazzetti abbiamo parlato a lungo, a proposito di programmi ministeriali che, in Italia come solamente in altri sei Paesi europei non prevedono l’educazione sessuo-affettiva, della mancata formazione degli insegnanti, della buona volontà di quelli che provano lo stesso a farla, spesso incontrando la ferma opposizione delle famiglie. In tutto questo, c’è soprattutto un aspetto che credo vada sottolineato: la scuola è un presidio sociale e, come tale, dovrebbe assolvere alle funzioni educative anche e soprattutto lì dove le famiglie non arrivano, per mancanza di possibilità, mezzi, strumenti.
L’educazione sessuo-affettiva a scuola servirebbe proprio a questo: dare a tutti e tutte i ragazzi e le ragazze, sin dai primi cicli scolastici, gli strumenti per vivere in maniera consapevole e sana le proprie relazioni, al di là di quelli che i rispettivi genitori possono, riescono o sono in grado di trasmettere.
Non è mai troppo presto, e neanche troppo tardi
Per i motivi che abbiamo visto, non è mai troppo presto per parlare di sessualità con bambine e bambini. Non è mai neanche troppo tardi, anche se i figli sono già grandicelli, ricorda il libro. E non è mai troppo tardi neanche per noi: rispetto al corpo e alla sessualità ogni adulto ha il proprio vissuto e tutti siamo figli e figlie di una società (patriarcale) che sul consenso, per esempio, non è stata abituata a riflettere e a porsi domande. Ecco, farlo insieme ai nostri figli e figlie rappresenta un’occasione da non sprecare:
“Crescere infatti con adultə informatə, consapevoli e proattivə sulle tematiche legate alla sessualità e al consenso - scrivono nell’introduzione al libro Marchesi e Palazzetti - rende normale per bambini e bambine tenerle in considerazione come parte integrante della vita, con effetti positivi sul rispetto della propria integrità e di quella delle altre persone, e concorre perciò a una società migliore”.
Sì, ma quindi: “Come nascono i bambini?”
Questa, sulla carta, la teoria, ma poi - ti starai chiedendo - quando arriva la fatidica domanda, come si risponde?
Sul lato concreto rimando al libro, il cui pregio è l’avere un taglio molto pratico: descrive e racconta situazioni di vita quotidiana, domande e curiosità di bambine e bambini (“cosa vuol dire fare sesso?”, “perché il papà ha il pisellino e io no?”, “da dove è entrata la sorellina nella pancia?”, solo per citarne alcune) dalle quali, prima o poi, tutti si passa.
A me, neanche a farlo apposta, in questi giorni è capitata, così dal niente, una mattina presto: “Mamma, ma a me quando verranno le mestruazioni? Cosa devo fare se mi succede a scuola?”. Non avevo ancora bevuto il caffè, ma me la sono cavata lo stesso (spero!).
Qualche segnalazione
Prima di salutarci, qualche segnalazione di cose interessanti intercettate qui e là in questi giorni:
la prima è un podcast: in questo episodio di “Voce ai libri”, curato da Silvia Nucini per Chora Media, la psicoterapeuta Stefania Andreoli racconta del suo ultimo libro “Io, te, l’amore”. Si parla anche qui di corpi, sessualità e relazioni, e del perché voler proteggere figlie e figli a ogni costo dal dolore e dalla frustrazione non sia la scelta migliore che possiamo fare;
la seconda è l’ultimo video episodio del settimanale “Europa Settegiorni” che racconta come sta cambiando nel Continente il rapporto con il lavoro, cosa stanno facendo i diversi Paesi per andare incontro al bisogno delle persone di un work-life balance migliore e perché lavorare meno - ad esempio con la settimana corta - non ridurrebbe la produttività;
l’ultima è il cartone animato Flow. Un mondo da salvare, candidato a due Premi Oscar (come miglior film d’animazione e come miglior film straniero), che è tornato nelle sale nelle ultime settimane. Premessa: a mia figlia e all’amichetta che l’ha visto con noi non è piaciuto molto, soprattutto perché senza dialoghi. Detto questo, è un film poetico e inquietante insieme: in un Pianeta sommerso dall’acqua, nel quale dell’uomo non c’è più traccia, un gatto, un labrador, un lemure, un serpentario e un capibara si ritrovano su una sorta di Arca di Noè alla deriva. Qui scopriranno che è solo dandosi una mano, andando oltre le rispettive diversità, che potranno salvarsi. E che, come l’acqua, tutto scorre e la natura sa fare il suo corso. Una lezione utile, di questi tempi.
Un appuntamento
Infine, un appuntamento per oggi (lunedì 24 febbraio, alle 13): sul profilo Instagram di Giovani Genitori, chiacchiero con la pedagogista Alice Di Leva (@nadi_natidigitali) di educazione digitale. È una diretta pensata soprattutto per i genitori di bambine e bambini preadolescenti, nella fascia 10-13 anni. Discuteremo di se e quando dare uno smartphone personale, quali regole condividere, come rapportarsi alle scelte delle altre famiglie e dell’esperienza dei patti digitali. Come sempre, se non potrai seguirla live, la diretta rimarrà poi salvata sul profilo IG di Giovani Genitori.
Ora abbiamo davvero finito, almeno per questo numero. Grazie per aver letto fino a qui 🧡
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Ci sentiamo tra due settimane!
“Ci vuole un villaggio” è la newsletter che prende spunto da ciò di cui parlano i genitori la mattina fuori da scuola per provare ad allargare lo sguardo. Perché ho scelto questo titolo e il senso di questa newsletter, lo trovi spiegato meglio qui, nel primo numero.
Io sono Silvia De Bernardin, giornalista freelance e mamma. Da anni scrivo di genitorialità, ma anche di lavoro, salute, alimentazione, sostenibilità e turismo, tutte cose che hanno a che fare l’una con l’altra molto più di quanto sembri. Qui ci troverai anche un po’ di questi temi. Mi trovi anche su Instagram e Linkedin e sulle pagine digitali, cartacee e social di Giovani Genitori, Vegolosi MAG e Job in Tourism.
Bellissima puntata, Silvia. Mi segno subito il libro di Marchesi e Palazzetti.
Su "Flow" anche a un mio nipote di quasi 8 anni non è piaciuto molto: alla fine mi ha detto "Mi sono annoiato, comunque bello". Secondo me è un film con uno sguardo adulto, a cui però manca una parte narrativa forte.
Aggiungo un consiglio tra i film d'animazione senza parole: "La tartaruga rossa".
Grazie mille Andrea 😊 Sono d'accordissimo con te su "Flow". In generale, a me ha lasciato davvero un senso di grande inquietudine, forse accentuato anche dalla mancanza di quella parte narrativa forte di cui parli tu, oltre che dall'estetica così d'impatto.
"La tartaruga rossa" segnato subito da vedere, grazie mille del consiglio 🤗