#16 Ci vuole un villaggio I Un numero estivo
Libri, storie, articoli, newsletter da mettere in valigia. E un posto speciale, nel quale non vedo l'ora di reimmergermi
Ciao!
Anche tu, come come me, stai facendo il conto alla rovescia dei minuti che mancano a un po’ di vacanza?
Questo è l’ultimo numero della newsletter prima della pausa di agosto e sarà un po’ diverso dagli altri. Ho messo insieme cose che ultimamente mi ero segnata qui e là: link e titoli di libri e articoli da leggere, newsletter da seguire, suggerimenti di posti nei quali andare. È anche un test: da settembre nella newsletter ci saranno alcune novità (sto cercando di fare un po’ di ordine) e mi piacerebbe, diciamo una volta al mese, aggiungere un numero come questo per segnalarti le cose che intercetto (l’ho detto, così ora sono obbligata a farlo visto che è un po’ di mesi che rimando).
E, allora, partiamo con questo test.
Libri
“Niente di vero”, ovvero la rappresentazione cinicamente perfetta della famiglia disfunzionale - come tutte lo sono, ciascuno a modo proprio. Certo, qui la scrittrice Veronica Raimo calca la mano e porta al paradosso la caratterizzazione della protagonista e dei personaggi familiari che le ruotano intorno, a partire dalla madre, dal padre e dal fratello. Ma dietro l’ironia sferzante, che strappa più di una risata durante la lettura, rimangono buone le domande di fondo: fino a che punto le relazioni familiari sono in grado di plasmarci, anche oltre la nostra volontà? Quanto è accidentata la via da percorrere per imparare a vedere questa influenza e decidere che farne? Diventare grandi - scrivevo nell’ultimo numero della newsletter - può essere anche estremamente liberatorio: è quello che succede alla protagonista di questa storia, capace di smascherare se stessa oltre il paravento dei ricordi e delle storie su di noi che impariamo a raccontarci.
“Chi dice e chi tace” è il romanzo della matematica e scrittrice Chiara Valerio che è arrivato nella sestina del Premio Strega. È un romanzo che ruota intorno a una morte misteriosa e, a suo modo, parla anche del villaggio: quello nel quale cresciamo - un “posto né bello né brutto”, come ce ne sono tanti - e che continuiamo a portarci dentro, sempre. Quello delle cose che sembrano non cambiare mai e che, invece, sono in costante evoluzione, dei segreti che tutti conoscono e di cui nessuno parla, nel quale passato e presente non smettono di essere legati l’uno all’altro. È Scauri, ma potrebbe essere un qualsiasi altro centro della provincia italiana che non faticheremmo a riconoscere - e ad amare e odiare insieme - come il nostro.
E tu, che libro mi consigli?
Ti racconto una cosa. Quando faccio le valigie per le vacanze estive, ho un piccolo rito: una parte dei preparativi è dedicata alla scelta dei libri da portare via. Ci penso e ripenso per giorni: forse perché è quel momento dell’anno in cui la lettura diventa davvero libera e può prendersi tutti i momenti che vuole, ci tengo che a venire con me siano storie belle. Così, anche se durante l’anno mi segno ovunque titoli che prima o poi vorrei leggere, finisce poi che mi lasci sorprendere: dal consiglio di un amico, dal titolo sullo scaffale della biblioteca, dai suggerimenti della libraia sotto casa. Come se fosse l’occasione per intercettare storie che altrimenti non entrerebbero nel mio radar. Quest’anno, al momento, in lizza ci sono:
“Grande meraviglia”, di Viola Ardone
“Il bar delle grandi speranze”, di J. R. Moehringer
“Vita immaginaria”, di Natalia Ginzburg
“Il figlio del figlio”, di Marco Balzano
“Arrivederci amore, ciao”, di Massimo Carlotto
In valigia (forse) c’è ancora un posticino, mi consigli un titolo anche tu?
Articoli
“Il pericolo (dei vostri figli) è il mio mestiere”. “Noi genitori siamo intrappolati in un paradosso. Vogliamo disperatamente tenere i nostri figli al sicuro e garantire il loro successo. Abbiamo il terrore che si facciano male e che falliscano. Così facciamo tutto il possibile per evitare che ciò accada. Il risultato? Molti di questi sforzi per gestire le nostre paure hanno paradossalmente ridotto la sicurezza dei nostri figli e le loro probabilità di successo": queste parole sono di Mariana Brussoni, ricercatrice a capo dello Human Early Learning Partnership della University of British Columbia di Vancouver. In questa intervista spiega perché i “giochi pericolosi” sono così importanti per una crescita sana dei bambini e perché loro (e noi) abbiamo bisogno di tre cose: spazio, tempo e libertà. Un discorso che ha a che fare moltissimo, sottolinea Brussoni, con la forma che hanno assunto le città nelle quali viviamo: ne abbiamo parlato anche qui qualche mese fa, a proposito del progetto bolognese della Consulta Cinnica (in questo numero della newsletter, se vuoi recuperarlo).
“Le cattedre inclusive sono un bene per tutti gli studenti”. Anche se da queste torride giornate la ripresa della scuola appare lontanissima, è un attimo che la campanella tornerà a suonare, scommetti? In questo approfondimento su “Internazionale”, firmato da Donato Columbro, c’è il racconto di cosa funziona e cosa no nell’inclusione delle persone con disabilità nella scuola italiana e di un proposta che punta al ribaltare l’approccio alla questione: quello della “cattedra inclusiva”, che prevede un’organizzazione diversa nella quale i docenti delle materie e quelli di sostegno sono, di fatto, intercambiabili. Un modello che sta sperimentando con successo la scuola media di Brugherio della quale si parla nell’articolo: ancora una prova che un’altra scuola non solamente è possibile, ma già esiste.
“Perché l’estate non ci piace più”. A dispetto di quello che scrivevo proprio qualche settimana fa a proposito dell’estate dei bambini, io arrivo a questi giorni di fine luglio sfatta e, ogni anno che passa, sempre più insofferente al caldo. Per questo il titolo di questo articolo mi ha colpito subito perché, anche se non vorrei, purtroppo l’estate piace sempre meno anche a me. Qui Fabio Deotto - che sulla crisi climatica ha scritto anche il bel reportage intorno al mondo “La vita in un pianeta che cambia” - racconta perché questo sentimento è sempre più diffuso. Parla di salute mentale, lavoro, turismo e anche di scuola. È una lettura molto interessante perché pone una questione con la quale, prima o poi, dovremo fare i conti, individualmente e come società: se vogliamo davvero adattarci al clima che cambia (e non abbiamo molte altre possibilità), dobbiamo iniziare a ripensare i tempi delle nostre vite.
“Piano.”. Si intitola così la nuova rivista cartacea del sito giornalistico Slow News. Il primo numero è uscito la scorsa primavera, si intitola “Dove siamo noi?” ed è tutto dedicato al tema del destino delle comunità, scandagliato con articoli di approfondimento che parlano di lavoro, ambiente, mobilità, sport, spiritualità, energia, politiche abitative. C’è anche un servizio sulle neurodivergenze e le difficoltà che incontrano bambini, famiglie e adulti che ricevono una diagnosi di ADHD. Il titolo scelto per la rivista è molto bello: un invito a prendersi il tempo che serve per capire cosa sta succedendo intorno a noi. Se non lo facciamo d’estate, quando?
Storie e newsletter
Da quando lo scorso autunno è nata questa newsletter, di riflesso sono diventata lettrice di newsletter a mia volta, scoprendone diverse che non conoscevo, spesso molto vicine ai temi di cui parliamo qui. Te ne consiglio tre, che leggo sempre con piacere:
“Una figlia per amica” è la newsletter di
che racconta le relazioni tra figlie e madri, reali e immaginarie, nella quale si parla molto di libri. Nell’ultimo numero, è citata un’immagine molto bella della scrittrice turca Elif Şafak: la “famiglia d’acqua”, quella che “in opposizione alla famiglia di sangue, hai facoltà di scegliere, curare e costruire durante la tua vita adulta”. La passo anche e te e poi su questo tema ci torniamo presto, perché è importante.“Maschi del futuro” è la newsletter che riflette sull’educazione maschile di
, che è anche l’autrice del famosissimo “Storie della buonanotte per bambine ribelli” (qui abbiamo iniziato a leggerlo recentemente). Ho trovato molto interessante il numero intitolato “Ai bambini maschi non parliamo di emozioni” che racconta bene perché, rispetto alle questioni di genere, abbiamo un problema che ha a che fare con l’educazione, non solo delle bambine, ma anche dei bambini - con la differenza che mentre sulla prima abbiamo iniziato a rifletterci, sulla seconda molto meno.“Le vite degli altri” è una delle newsletter del magazine “Lucy sulla cultura”: ogni domenica mattina nella mail la storia di vite, più o meno famose, che non sono la nostra. Qualche settimana fa è uscita la bella puntata su Alessandra Boarelli, la prima donna a scalare il Monviso il 16 agosto del 1864. La sua è una storia rimasta dimenticata per moltissimo tempo, come quasi tutte quelle delle donne dell’alpinismo, delle quali sappiamo pochissimo. È cosa comune a molti ambiti ed è tempo di rimediare.
Un posto bello
Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi è un luogo magico, bellissimo e silenzioso, nel quale sono stata lo scorso anno e dove tornerò nelle prossime settimane. Si tratta del Parco nazionale che si trova nel cuore dell’Appennino tosco-romagnolo, lungo il confine tra Emilia-Romagna e Toscana, a cavallo tra le province di Forlì-Cesena, Arezzo e Firenze. L’area è attraversata da 600 km di sentieri, tra trekking a piedi, itinerari dedicati alla MTB, sentieri natura per i più piccoli e percorsi ad alta accessibilità. In tempi di turismo affollato, un posto ancora poco battuto nel quale non vedo l’ora di reimmergermi e che ti consiglio, prima o poi, di attraversare.

Aspettando di tornare a riempirmi gli occhi della luce che filtra tra i rami dei faggi della Foresta Casentinese, chiudo questo numero, non prima di dirti: grazie 🧡 Questa newsletter è stata la grande novità di questo mio anno che sta per concludersi: pensarla, scriverla, sapere, settimana dopo settimana, che ci sei tu che la leggi con attenzione e affetto mi ha dato una mano nei momenti in cui la fatica e i pensieri hanno presentato il conto: anche a questo serve il villaggio, in ogni sua forma 🧡 Ora ci riposiamo un po’ e poi ci risentiamo a settembre!
Mi raccomando, fai il pieno negli occhi di cose belle anche tu 🧡
“Ci vuole un villaggio” è la newsletter che prende spunto da ciò di cui parlano i genitori la mattina fuori da scuola per provare ad allargare lo sguardo. Perché ho scelto questo titolo e il senso di questa newsletter, lo trovi spiegato meglio qui, nel primo numero.
Io sono Silvia De Bernardin, giornalista freelance e mamma. Da anni scrivo di genitorialità, ma anche di lavoro, salute, alimentazione, sostenibilità e turismo, tutte cose che hanno a che fare l’una con l’altra molto più di quanto sembri. Qui ci troverai anche un po’ di questi temi. Mi trovi anche su Instagram e Linkedin e sulle pagine digitali, cartacee e social di Giovani Genitori, Vegolosi MAG e Job in Tourism.
Grazie Silvia anche per questa puntata piena di consigli, e ora mi prendo il tempo di leggere con calma i pezzi che hai segnalato.
Cara Silvia,
promossi tutti i tuoi, ti suggerisco "La ricreazione è finita" - Dario Fabbri per Sellerio e "Chi si ferma è perduto" Malvaldi - Bruzzone per Sellerio, ben scritti anche (anche) divertenti. Felice di leggere consigli letterari e non di "crescita personale" ... Buona estate
M